sabato 29 ottobre 2011

Non sparate sui grillini

[26 ottobre - 1 novembre]
Chi è il presidente eletto del Molise? Stiamo ancora aspettando di saperlo, in un clima che si sta facendo rovente. Perché il centrodestra che si dice tranquillo di averle vinte si sta scaldando molto per il prolungarsi di controlli di routine?
La risposta sta nell'enorme, inusitata, quota di voto disgiunto.
Ma intanto, nell'incertezza non possiamo commentare come vorremmo il risultato finale. Non è un fatto secondario, sapere chi le ha vinte, posto che in ogni caso si tratterà di poche centinaia di voti di distacco.
Nell'attesa restiamo su un livello leggero. Proviamo a dare un peso ai “10 modi sicuri di perdere le elezioni che Iorio non potrebbe mai vincere con le sue sole forze” (vedi post http://molise11.blogspot.com/2011_09_01_archive.html )
Partendo da quell'elenco, un solo approfondimento: davvero è colpa dei grillini? Davvero i grillini in Molise sono 10.650 (il 5,6%) e sono loro che Iorio deve ringraziare?
E' una tesi in voga nelle letture che sono state proposte sui media nazionali.
Ma è un'analisi che non "ci coglie".
Se ne deve proporre una alquanto diversa. Un'analisi che prende avvio in questo post. Ma continuerà dopo la proclamazione con dovizia di dati, indizi e prove. All'insegna del più puro noir scandinavo.

NON SAPPIAMO ANCORA CHI E' IL PRESIDENTE ELETTO DAI MOLISANI PER I PROSSIMI CINQUE ANNI. E LA TENSIONE SALE

Avrei proprio voluto commentare questa settimana il risultato delle elezioni molisane, anche perché le analisi che sono circolate sui media nazionali mi hanno lasciato insoddisfatto.
Da lontano, non ci colgono. Rispondono a schemi estranei al contesto, senza troppo rispetto per la verità dei fatti, per portare argomenti a favore di tesi politiche che si stanno confrontando a livello nazionale. Ma col Molise poco ci azzeccano. Non ci colgono. Chi se la prende con i grillini, chi lamenta il risultato imbarazzante delle liste di partito del centrosinistra. A occhio, schemi che possono funzionare in Emilia o in Piemonte. La realtà molisana richiede altre coordinate.
Trattengo però ancora un po' l'impazienza. Non sappiamo ancora chi è il Presidente del Molise uscito vincitore dalla contesa del 16-17 ottobre. Stiamo ancora aspettando di saperlo, in un clima che si sta facendo rovente. Perché il centrodestra che si dice tranquillo di averle vinte si sta scaldando molto per il prolungarsi di controlli di routine?
La risposta sta nell'enorme, inusitata, quota di voto disgiunto.
Così intanto, nell'incertezza non possiamo commentare come vorremmo il risultato finale. Non è un fatto secondario, sapere chi le ha vinte, posto che in ogni caso si tratterà di poche centinaia di voti di distacco.
La proclamazione si fa attendere. E' doveroso sospendere ogni giudizio politico.
Ripiegherò dunque su un discorso più “leggero”, come ho fatto nel post della settimana precedente.

TORNIAMO SULL'ARGOMENTO “COME PERDERE ELEZIONI CHE IORIO CON LE SUE FORZE NON RIUSCIREBBE MAI A VINCERE”

Tornerò dunque su un tema toccato nelle settimane scorse, quando, stando anche allora un po' sul leggero nelle ultime ore di attesa del voto, avevo proposto al lettore DIECI MODI INFALLIBILI PER PERDERE (dalla parte del centro-sinistra) una tornata elettorale che per una serie di motivi – locali e nazionali – Iorio non avrebbe mai potuto vincere con le sue sole forze (vedi il post http://molise11.blogspot.com/2011_09_01_archive.html ).
A conti fatti, numeri provvisori alla mano - al netto del riconteggio e dunque del risultato finale - propongo al lettore di divertirsi a quotare il peso che ognuno dei dieci fattori elencati ritiene ha avuto nell'avvicinarci alla sconfitta (o nel centrarla in pieno).
Lo faccio anch'io per primo. Chiarisco però che mi sono reso conto di avere omesso allora un ulteriore fattore, di cui parlerò alla fine, che non credo possa pesare per meno del 20% (ad essere buoni). Perciò, volendo fare 100 in totale penso si possano quotare i pesi attorno a una media di 8 punti ciascuno. Provateci anche voi, io dico la mia, rinviando per un'esposizione più dettagliata di ognuna delle 10 “ricette sicure per perdere” al precedente post

  1. Voto disgiunto del primo tipo (verso Grillo)- Nonostante siano stati additati alla pubblica opinione come capro espiatorio 2.
  2. Voto disgiunto del secondo tipo (verso Iorio) – Solo casi sporadici, anche dove hanno avuto un carattere “sistemico” non hanno pesato che per 2.
  3. Peppa per Peppa (mi tengo Iorio mio) - Acrobazie dialettiche, dicevo nel post precedente, a proposito di queste posizioni. Mi sbagliavo. Andavano prese sul serio. Si è trattato di un'offensiva ragionata, mirata a perdere,  con grossi supporti logistici e mediatici, tanto da meritare un bel 60. (il doppio di un bel 30 all'Università della politica)
  4. Una macchinazione di Iorio - La versione 2.0, schizofrenico paranoide, della posizione precedente è stata presto accantonata come “piano B” 0.
  5. Buono, ma NON CE LA FA - Fino agli ultimi 10 giorni meritava un bel 30, alla pari con “Peppa mia”: era la vera “arma letale” della propaganda astensionistica a sinistra, alimentata da sondaggi “farlocchi”. Ma alla fine si è capito che aria tirava davvero e non ha più fatto molta presa, 4.
  6. Lo voterei se non avessi sentito che … - La macchina del fango, del "parla, parla, qualcosa resterà", è stata sempre in funzione - nei sottoscala. Tutti consapevoli che a farsi beccare rischiavano grosso, sono rimasti confinati tra birre e salsicce, tra quattro mura, la sera tardi, anche tra le file del centro-sinistra: ma hanno comunque strappato un buon 10.
  7. Nel pogramma mancava … - Le mancanze nel programma c'erano,inevitabilmente, ma sono state ogni volta sanate senza danno per l'unità della coalizione 0.
  8. No al duo Leva-Ruta. - Tema via via evaporato. Non perché lo scontro sia stato archiviato. E' stato solo rimandato. Ma è apparso chiaro che la partita che si stava giocando non era quella 0.
  9. Non lo metteranno in condizione di governare - Dubbi rimasti tra addetti ai lavori, senza effetto sul voto 0.
  10. Ma io che ci guadagno? Versione 3.0 di Peppa mia. Troppo esplicita e quindi poco politica e poco “dicibile” 2.

Manca un 20%, ho detto all'inizio.
E' quello che si perde per non aver collocato rappreentanti di lista regionale in TUTTE le sezioni, non averli ISTRUITI sulle quattro modalità di voto possibili (secco presidente, secco lista con estensione al presidente, congiunto presidente e lista collegata, disgiunto presidente e lista NON collegata) oltre che sulla NECESSITA' di assistere alle operazioni di voto FINO ALLA CHIUSURA DEI PLICHI (meglio se fino alla consegna definitiva).
In teoria, in condizioni normali di rispetto della legalità, questo fattore dovrebbe pesare 0 (la somma algebrica degli errori di segno diverso non dovrebbe pesare a favore di nessuno dei contendenti).
In Molise invece, se ne è avuta un'ulteriore controprova in queste fasi convulse di proclamazione degli eletti, le condizioni NORMALI di legalità NON sono assicurate. Quindi dobbiamo attribuire un buon 20% di peso a questa carenza organizzativa, frutto di ingenuità, di eccessiva confidenza nella correttezza e nella lealtà dei contendenti e forse di sottovalutazione della profonda e completa trasmutazione berlusconiana dello iorismo.

MA LA COLPA NON E' DEI GRILLINI

Mi fermerei qui. Tuttavia, poiché mi rendo conto che potrei aver suscitato qualche curiosità per il peso assai marginale che ho attribuito alla componente grillina, mi fermo ancora un tantino su questo tema.
Perché quel giudizio? Mi piace andare controcorrente? Non è un mio tratto distintivo.
Ho solo una qualche dimestichezza con le categorie della logica e i loro vincoli stringenti. Inoltre, non amo i bilanci elettorali basati sul presupposto che l'elettore sia decerebrato e che non segua in alcun modo i principi basilari della logica.
Aggiungo che fare chiarezza su questo tema è forse il passaggio decisivo per poter accendere i riflettori sulla reale dinamica delle forze che sono state in campo in questa contesa elettorale.
Allora, ragioniamo. Definiamo innanzi tutto i grillini: sono gli aderenti e i simpatizzanti del movimento 5 stelle. Se la logica che li muove è quella di affermare un proprio insieme di proposte e di rimarcare una loro presenza in regione, quale risultato elettorale poteva rappresentare il loro massimo obiettivo?
Proviamo anche stavolta, come la settimana scorsa, con risposte multiple, chiuse:
A) Certi come erano di restare fuori, votare il candidato al proporzionale più vicino alle loro posizioni,
B) Indifferenti al risultato, contarsi solo con il voto al candidato presidente regionale
C) Concentrarsi sul voto al loro candidato sul proporzionale, per contarsi comunque ma lasciandosi la possibilità di portarlo in Consiglio a far valere le proposte del movimento se si fosse superato il quorum. Quanto al candidato presidente, libertà di voto, innanzi tutto al proprio candidato, ma con minore rigidità.

Penso che qualunque persona di buon senso potrebbe concordare sul fatto che se i 10.560 elettori (grillini?) che hanno votato Federico presidente avessero fatto esattamente l'inverso (lo avessero votato al proporzionale e solo in parte come presidente) avrebbero fatto un quorum pieno (e un altro mezzo) e sarebbero in consiglio. Se poi al voto regionale (per il presidente) si fossero fermati alla quota a cui si sono fermati sul proporzionale, oltre a portare il loro consigliere avrebbero anche regalato ai molisani un nuovo presidente, senza bisogno di ricontrollare tutte le tabelle di scrutinio sui voti disgiunti non registrati come ora sta accadendo con grandi fibrillazioni. Secondario, forse, nella loro logica. Ma intanto sia Pagnoncelli che Masia hanno registrato quasi un punto in meno per il 5 stelle tra il 17 e il 24 ottobre per effetto della convinzione diffusa che la vittoria di Iorio fosse colpa loro.
Ma è una colpa che non hanno.
La logica vuole che i grillini abbiano scelto l'ipotesi C. D'altra parte l'ipotesi A non sta in piedi: se ci fosse stato qualche candidato in altre liste, abbastanza vicino al loro movimento e MIGLIORE DEI LORO CANDIDATI, perché presentare la lista? Tanto valeva fare in tutta la regione come a Isernia, presentare solo il presidente e dare indicazione di voto per il/i candidato/i prescelti. E la B è puro autolesionismo: tra due modi per contarsi esattamente equivalenti, perché scegliere tra i due quello che non avrebbe portato da nessuna parte e impedito di conquistare un seggio?
Mi dispiace per chi si è fatto tentare dal rispondere A o B. La via da seguire era la C e in effetti E' QUELLA LA VIA CHE I GRILLINI HANNO SEGUITO.
Come si spiegano allora quei 10.560 voti o, più esattamente, in mezzo a quelli, i 5.000 voti circa che, pur scegliendo Federico come presidente, hanno accompagnato quel voto con una indicazione DISGIUNTA per il proporzionale? Chi è, insomma, che ha votato candidati DI CENTROSINISTRA COSI' COME DI CENTRODESTRA, insieme a Federico presidente?
La risposta, a lume di logica, è perfino banale. NON ERANO VOTI GRILLINI.
L'identi-kit dell'elettore di centro-destra che ha votato Federico presidente e quello, in parallelo, dell'elettore di centrosinistra che ha fatto altrettanto sono, LO DICO CON PROFONDA CONVINZIONE, la migliore analisi che si possa fare del voto del 16-17 ottobre, quella più eloquente e, aggiungo, rivelatrice. Ne viene a mio parere un ritratto impietoso della faccia nascosta, quella misera e anche un po' sordida, della politica molisana di oggi. Roba per stomachi forti. Preparatevi, sarà la puntata della prossima settimana, all'insegna del più puro noir scandinavo.

venerdì 21 ottobre 2011

Qualche giudizio sulle elezioni molisane. In forma di quiz

[19 ottobre - 25 ottobre]
Non mi sembra sia il caso di commentare le elezioni regionali in Molise prima della proclamazione dei risultati. Un conteggio sul filo di lana, con troppe stranezze, non consente di azzardare sentenze. Tra poche ore sarà possibile.
Nel frattempo credo però si possano avanzare prime valutazioni su ciò che le elezioni dimostrano, quale che sia il presidente eletto (che non è un particolare secondario).
Le propongo, in termini succinti, formulando alcune domande in forma di quiz chiuso a risposta multipla.

PRIME CONSIDERAZIONI SUL RISULTATO DELLE ELEZIONI MOLISANE. QUALCHE DOMANDA IN FORMA DI QUIZ CHIUSO A RSPOSTA MULTIPLA

1) E' possibile assumere come modello positivo un'esperienza che potrebbe rivelarsi una sconfitta?
A) NO, sarebbe sciocco
B) SI, il suo valore positivo dipende solo marginalmente dal risultato, che può essere influenzato da fattori esterni.
C) SI, solo a condizione di individuare con chiarezza quali sono punti di forza e punti di debolezza

2) Il risultato insoddisfacente delle liste di centro-sinistra è:
A) Un fatto che si poteva dare per scontato e in definitiva trascurabile
B) Un fatto positivo, perché sgombera il campo dai retaggi del passato permettendo di procedere a sperimentare nuove forme del “fare politica”
C) Il sintomo di un grave problema di insufficienza delle proposte politiche dello schieramento attuale di centro-sinistra, a cui è indispensabile porre rimedio

3) Essere passati attraverso le primarie di coalizione è stato:
A) Un rituale che si è rivelato inutile ed ha perfino acuito i contrasti interni allo schieramento
B) Un esperimento riuscito solo in parte perché non hanno vinto i candidati che potevano sconfiggere Iorio
C) Un punto di partenza da non disperdere e da cui non recedere in futuro

4)La grande diffusione del voto disgiunto va valutata come:
A) La dimostrazione che il candidato di centro-sinistra non si distingueva assai da quello dei centro-destra
B) Un fatto da prendere per buono in quanto ha avvantaggiato il centro-sinistra ma al tempo stesso un sintomo di degenerazione della dialettica politica
C) Un segno di insofferenza verso il sistema al potere e la spia di una voglia di cambiamento che i partiti di csx non riescono ancora a intercettare e si indirizza quindi sulla persona del candidato presidente

5) L'aver raccolto in un'unica coalizione tutte le forze di centro-sinistra è stato:
A) Un errore strategico che ha disorientato gli elettori e allontanato i moderati
B) Un primo passo sulla strada giusta, ancora inquinato tuttavia dalla presenza di liste e di candidati di segno ambiguo e di matrice centrista, a partire dal candidato presidente
C) Un risultato che all'inizio della campagna sembrava impossibile, costruito attraverso un percorso di condivisione e di ascolto che ha permesso di raggiungere l'unità su un programma fatto di poche priorità chiare e di scelte di valore nette e comprensibili.

6) La divisione del terzo polo tra i due schieramenti è stato:
A) Uno dei principali motivi del risultato insoddisfacente avendo in particolare l'UDC portato un contributo di voti rilevante e decisivo al centro-destra
B) La dimostrazione del fatto che il terzo polo è un'entità politica priva di sostanza, la cui caratteristica dominante è l'opportunismo
C) Il segno di un processo di maturazione ancora incompiuto e ricco di contraddizioni, emerse con grande evidenza nel momento in cui il centro-sinistra si è proposto con un programma e un'identità forte anziché con un'idea puramente tattica di convergenza elettorale contro Iorio-Berlusconi

7) Il risultato dei grillini è stato:
A) La riprova della stretta contiguità di quel movimento con il berlusconismo
B) Una manifestazione di disagio sociale analoga all'elevato astensionismo, testimonianza della distanza che si sta determinando tra i cittadini e la politica, a cui occorre porre rimedio con una campagna di ascolto per evitare che sfoci nell'antipolitica
C) Un segnale preoccupante di scadimento della dialettica politica a cui le forze politiche devono riuscire a reagire tornando a proporre soluzioni alternative, prima di tutto nelle scelte di fondo e nei presupposti valoriali, oltre che credibili, e ripristinando le condizioni di una partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica, valorizzando tutti i canali e le forme nuove in cui questa si va manifestando.

Potete attribuire un punteggio pari a 1 per le risposte A, 2 per le risposte B e 3 per le risposte C. Dirò ai lettori, per chiarezza, che se il punteggio è inferiore a 14 la pensiamo in modo molto diverso. Il confronto tra opinioni anche distanti è il sale della democrazia, mi corre quindi l'obbligo di ringraziare per l'attenzione prestata a un blog di cui non si condividono granché i contenuti. Se è compreso fra 14 e 20 abbiamo opinioni diverse che dobbiamo sforzarci di mettere a confronto. Se è superiore a 20, se non ci conosciamo ancora succederà presto che ci ritroviamo in qualche impegno comune.

L'appuntamento per un aggiornamento con valutazioni compiute sul risultato è al momento della proclamazione dei risultati.

venerdì 14 ottobre 2011

Volata finale in Molise

12 ottobre – 18 ottobre]
Volata finale per le elezioni regionali.
Mentre il governo nazionale gioca disperatamente le ultime carte per restare in sella appeso a un solo voto di scarto i molisani scelgono il loro futuro.
I prossimi cinque anni avranno un volto molto diverso da quello dell'Italia di oggi. Il Molise non potrà essere una reliquia di un passato che sopravvive a se stesso
Il voto di domenica e lunedì darà modo ai molisani di anticipare il futuro. Questa consapevolezza sarà più forte dei vincoli e dei ricatti che tengono soggiogata una popolazione che ha tutte le qualità per guidare il cambiamento dell'intero paese.
L'aggiornamento di questo post la prossima settimana potrà tirare le somme di questa lunga traversata.

Questo post non propone riflessioni o ragionamenti. Esprime una sola considerazione, come premessa per un auspicio di vittoria finale.

La considerazione è che, mentre il governo nazionale gioca disperatamente le ultime carte per restare in sella, appeso a un solo voto di scarto e all'improvvisa scoperta, da parte dei radicali, del valore insopprimibile del rispetto delle prerogative istituzionali (come se la mancanza del numero legale rappresentasse un vulnus della democrazia e non una delle sue espressioni) i molisani scelgono da che parte stare, non soltanto tra centrodestra e centrosinistra ma tra passato e futuro.
I prossimi cinque anni avranno un volto molto diverso da quello che oggi ci propone l'Italia in cui stiamo vivendo. Il Molise non potrà essere una reliquia di un passato che sopravvive a se stesso
Il voto di domenica e lunedì darà modo ai molisani di anticipare il futuro. Questa consapevolezza sarà più forte dei vincoli e dei ricatti che tengono soggiogata una popolazione che ha tutte le qualità per guidare il cambiamento dell'intero paese.
Intanto il Presidente Iorio non esita a scatenare una campagna di disinformazione degna delle fasi finali di una dittatura sovietica o di un regime militare.
Ho già tratteggiato nei post precedenti i caratteri salienti della campagna del centro destra, l'attacco al traditore, all'inesperienza, alla disomogeneità e quant'altro. La macchina del fango è ormai routine per lo schieramento cui appartiene Iorio. Ma le battute finali hanno riservato due sorprese degne di nota.
Abbiamo assistito a un senatore della Repubblica che rilascia false dichiarazioni sulle modalità di voto per disorientare gli elettori, smentito il giorno stesso dalle comunicazioni istituzionali diramate dalla prefettura di Campobasso. Il timore che gli elettori del centro-destra possano decidere di abbandonare il presidente pur non facendo mancare il voto all'”amico fidato” in lista ha fatto perdere la testa (e la dignità): il voto disgiunto, modalità addirittura “tipica” del sistema di voto vigente alla regione (nel senso che la caratterizza rispetto a quelle in vigore in tutti gli altri livelli istituzionali) è stato definito, non solo un voto immorale, disonesto, “accattone”, ma più semplicemente e seccamente un “voto nullo”.
Non basta. Dopo aver ottenuto l'anticipo di un mese della data delle elezioni per non risultare ineleggibile, e il complementare rinvio della pubblicazione della legge nazionale sula materia, il governatore uscente ha anche pensato bene di bloccare la pubblicazione sul BUR del decreto (del 27 settembre!!!) con cui si stabiliscono i nuovi ticket imposti per il riequilibrio dei conti della sanità. La sorpresa doveva arrivare a cose fatte, gabbando i santi cittadini molisani appena passata la festa.
Ma tant'è. Il voto di domenica e lunedì darà modo ai molisani di anticipare il futuro. Questa consapevolezza sarà più forte dei vincoli e dei ricatti che tengono soggiogata una popolazione che ha tutte le qualità per guidare il cambiamento dell'intero paese.
Va da sé che si renderà necessario un aggiornamento di questo post la prossima settimana, alla proclamazione dei risultati. Sarà l'occasione per tirare le somme di questa lunga traversata.

sabato 8 ottobre 2011

Ultime battute di campagna elettorale. L'attenzione è sul programma. Per governare

[5 ottobre - 11 ottobre]
Ultime battute di campagna elettorale per le regionali molisane.
La coalizione di centro-sinistra presenta il programma.
Smentiti clamorosamente i solerti propagandisti del centro-destra che davano per scontate chissà quali divisioni. Il programma è ricco, perfino dettagliato, e condiviso senza riserve da tutti i partiti della coalizione.
Non è un miracolo. E' il frutto di un lavoro paziente, durato a lungo, ben prima che iniziasse la campagna elettorale.
Su temi concreti, su problemi da risolvere.
In base a principi semplici, chiari, ben identificati e – qualcuno potrebbe sorprendersi – ben radicati nella tradizione politico-culturale dei vari filoni confluiti nella coalizione di centro-sinistra.
C'è solo stato bisogno di un cemento unificante: la voglia di vincere, il senso di responsabilità di fronte alla domanda di cambiamento che si leva sempre più forte dai cittadini molisani. Il segreto è tutto qui: nessuno ha voluto anteporre l'esigenza di riconoscibilità delle proprie formazioni all'interesse comune. E il progetto comune ha preso corpo.

ULTIME BATTUTE DI CAMPAGNA ELETTORALE PER LE REGIONALI DEL MOLISE. LA COALIZIONE DI CENTRO-SINISTRA PRESENTA IL PROGRAMMA

Le elezioni regionali in Molise sono alle porte. Si sente dire di una campagna elettorale “in tono minore”. Vero, perché chi ha sempre alzato il tono, investendo risorse ingenti in campagne di comunicazione martellanti, stavolta ha poco da dire. Le risorse sono sempre ingenti, anche perché non si fanno certo scrupolo di utilizzare le campagne istituzionali, pagate con i soldi dei cittadini, per magnificare l'operato dell'amministrazione uscente.
Ma per quante risorse si mettano in campo, alla fine il ritornello suonato in tutte le salse appare stonato.
Guardate quanti soldi siamo stati capaci di portare ancora una volta al Molise”.
Sono risorse solo assegnate e non trasferite. Sono risorse già ipotecate da anticipazioni rese necessarie per i buchi che si sono creati. Già queste due semplici tolgono gran parte dell'appeal che il messaggio potrebbe avere. Ma la stonatura più fastidiosa sta nel fatto che si canta vittoria per l'arrivo (annunciato) di quei soldi ma non si ha il coraggio di spiegare come saranno spesi. Perché anche stavolta dovrebbero essere ripetute le promesse delle due precedenti campagne elettorali e c'è qualche imbarazzo a farlo: sarebbe una palese ammissione di inadempienza. Dieci anni sono passati invano.
E poiché nessuna realtà economica, neppure la più piccola regione, si può permettere il lusso di buttare via dieci anni, confessare questa inadempienza significherebbe (auto)certificare il fallimento di questa amministrazione e di un'intera “classe di governo”.
Senza contare che il ritornello contiene una postilla che finora si fa di tutto per non esplicitare ma che sarà sempre più difficile, tra ora e il 16 ottobre, oscurare o cancellare: le risorse, per ipotetiche ed ipotecate che siano, non sono comunque assegnate al governo Iorio ma al governo che uscirà vincitore dalle elezioni. L'oggetto della partita dunque resta inesorabilmente quello di risultare più affidabile quanto a capacità di fare di quelle risorse un uso efficiente, per il bene di tutti e non di pochi.

Non per niente, ritorno su un concetto più volte espresso in questo blog, la campagna del centro-destra, poverissima di contenuti, prova a insistere con monotonia su concetti con cui si vorrebbe sviare l'attenzione dalla posta in gioco (e quindi dai risultati fallimentari di questi dieci anni): il candidato Frattura non è coerente con la sua storia (con quella di undici anni fa, come se nel frattempo le lancette del tempo di fossero fermate); il candidato Frattura è un'incognita, mentre noi avremo pure commesso errori ma non vi riserveremo sorprese (come se non ci fosse un bisogno enorme di novità e perfino di sorprese); ma soprattutto, i sondaggi pubblicati fino al momento del “silenzio” stanno tutti a dimostrarlo, la campagna batte su un tasto: siamo più forti, abbiamo più consenso, il voto al candidato Frattura è un voto sprecato (aggiunta sottintesa: che potremmo farvi pagare caro...). Le intenzioni di voto hanno sempre mostrato un grande equilibrio, mentre le previsioni di vittoria premiavano Iorio. Sarà ancora così? Man mano che aumenta la presa del candidato e della coalizione si riduce anche il divario tra previsioni e intenzioni. E la dinamica che si può innestare può davvero riservare, quella sì, grosse sorprese, magari alquanto amare per il centro-destra.
Ultimo messaggio della campagna del centro-destra, in ordine di tempo, quello sulla mancanza del programma della coalizione di centro-sinistra: “Volete votare Frattura solo per la sua bella faccia? La coalizione è sempre stata litigiosa (ricordate l'Unione di Prodi?) non riuscirà mai a mettersi d'accordo.”
Invece no. Il programma della coalizione c'è. E non è solo belle parole ma impegni precisi. E' uscito da un percorso durato alcune settimane e non solo qualche ora. E' stato condiviso, senza fare ricorso a nessun “ghost writer” a pagamento che buttasse giù idee a cottimo ma riunendo intorno ai tavoli tematici esponenti delle varie forze della coalizione e delle varie aree di competenza che potevano dare un apporto di concretezza.

UN MIRACOLO? UNA MACEDONIA SENZA COERENZA? NO, IL FRUTTO DI UN LAVORO PAZIENTE SU CONTENUTI PROFONDAMENTE RADICATI NELLA TRADIZIONE POLITICO-CULTURALE DELLE FORZE DEL CENTRO-SINISTRA. TAGLIATI PERO' SULLE ESIGENZE DEL MOMENTO E DEL LUOGO, CON MOLTA CONCRETEZZA E SENZA PREGIUDIZI IDEOLOGICI

Qualcuno, non solo dal versante del centro-destra, potrà gridare al miracolo e sospettare chissà quale trucco. Una sommatoria di “desiderata” senza assi portanti e senza concretezza? Un brodo insipido, privo di sapore perché privo del coraggio necessario ad affrontare scelte complicate e rischiose, potenzialmente in grado alienare consensi?
Basta leggerlo per verificare se sia così (è sul sito del candidato Presidente, http://www.justinaflash.eu/sites/paolofrattura.it/files/documents/programma.pdf.
Credo che possa essere messa in risalto soprattutto una caratteristica del programma. Contiene un percorso di costruzione, a tappe, di una strategia di governo, indicando, insieme con gli obiettivi, modalità di realizzazione e tempi. E le modalità (in linea con quella che è l'esperienza principale di Frattura, alla guida della Camera di Commercio) sono fortemente improntate all'ascolto e alla condivisione. Fino a recuperare una parola chiave che negli anni del centro-destra al governo (in Italia e in Molise) era diventata una bestemmia: la concertazione.
Altri due aspetti vorrei mettere in rilievo: l'indicazione precisa (anche quantificata) del modo di attuare una consistente riduzione dei costi della politica e dell'apparato pubblico in genere, senza sacrificare quantità e qualità dei servizi pubblici erogati; la priorità data al tema della creazione di nuova occupazione come risultato di una crescita sana (tale da reggere alla prova del mercato e della concorrenza) e sostenibile. Merito, competenza, trasparenza sono parole classiche della sinistra democratica che ritrovano un posto centrale.
Tra il dire e il fare, si potrà dire, con quel che segue. Vero, ma il fatto che certe cose si abbia in genere ritegno perfino a dirle vorrà pur significare qualcosa. Dirle, e metterci la faccia, come si dice, è pur sempre una novità.
Come si è arrivati, in definitiva, a questo risultato (se non appare banale)? Mi sentirei di dare, da testimone diretto, una semplice risposta: c'è stato bisogno di un solo elemento unificante, la voglia di vincere, il senso di responsabilità di fronte alla domanda di cambiamento che si leva sempre più forte dai cittadini molisani.
Il segreto è tutto qui: nessuno ha voluto anteporre l'esigenza di riconoscibilità delle proprie formazioni all'interesse comune. E il progetto comune ha preso corpo.
Con la presentazione del programma Viene dunque soddisfatta una delle più importanti condizioni necessarie per vincere. Non l'unica, non sufficiente, sia chiaro. Aiuta però, nel rush finale, a crederci.