Non riesco più a seguire come prima la
politica molisana ma cerco di dare una mano agli amici. Qualche
giorno fa sono stato all'”Incubatore” di CB, su invito di Bibiana
Chierchia, a parlare di Jobs Act e del ruolo dei Comuni nella
politica del lavoro. Mi è servito anche per aggiornarmi.
La mattina dopo, tornando verso Roma,
sono stato raggiunto dalla telefonata di un amico che pensava di
doversi scusare per la sua assenza del giorno prima. Era uno di
quelli che nel 2011 si sono impegnati in prima linea per l'elezione
di Paolo Frattura: nel 2013 lo ha votato ancora, ma senza slancio e
senza partecipare alla campagna.
Ripensando al contenuto di quella
telefonata, ho pensato potesse essere utile trascriverlo. Mi sembrava riassumesse molti degli scambi di idee, dei dubbi, delle
riflessioni, dell'ultimo anno con gli amici del Molise. Non
registro le telefonate (c'è chi lo fa) ma ne ho un
ricordo nitido. Tralascio i preamboli.
AMICO – Però l'abbiamo fatto grosso il guaio
IO
– Paolo Frattura?
A
- Certo! Ricordi quando il nostro comune amico, alla sala della Provincia, davanti
a Barca, gli ha detto che sembrano dilettanti allo sbaraglio?
I
- Come no, perfettamente
A.
- Beh, oggi molti si domandano se siano dilettanti allo sbaraglio o
professionisti dell'imbroglio
I
- Azz. Ma, se ricordi, ho sempre cercato di darne una spiegazione
politica, già dalla campagna elettorale. Quando ha preferito
accordarsi con il vecchio gruppo dirigente del PD e insieme a loro ha
lavorato per l'accordo con i transfughi del centro-destra, senza
nessuna base programmatica ma solo come spartizione di poltrone
A
– Beato te che la butti in politica. Qui siamo molto più in basso
e per chi, come me, aveva sperato nel cambiamento la delusione è
forte
I
– Ti credo! Ma il mio dubbio è sempre lo stesso, in chiave
politica (perdonami la deformazione). Possiamo pensare che nella
società molisana non siano mature le condizioni del cambiamento
(reale, quindi radicale) e che quindi possono cambiare le persone,
magari un po' più presentabili, ma non le dinamiche di fondo. Che
perciò sia meglio chiamarci fuori e lavorare sui tempi lunghi, sul
retroterra culturale, con la denuncia e il proselitismo: strumenti chiave per la politica, non sono la politica, così facendo la lasciamo agli altri. Oppure pensiamo che nella società
le condizioni non sono un dato a se stante, ma si creano in base alle
risposte che dà la politica, e allora si deve lavorare per creare le
condizioni e dare le risposte, alla parte di società che chiede il
cambiamento o che comunque ne ha un bisogno vitale. Per cultura,
scelgo la seconda soluzione, di default. Dunque, considero l'assetto
politico di adesso, in Regione, una fase di passaggio, da superare:
prima possibile, certo, purché sia un superamento e non un ritorno
indietro.
A
– Caro mio, oggi l'idea è che si debba superare e basta, succeda
quel che deve succedere.
I
– Non accontentarti di questa lettura! Lo scontento ha sempre due
facce, anzi tre
A
– Non la fare complicata
I
– Attento che chi la fa semplice in politica se non è un idiota è
un imbroglione
A
– Sarà, ma intanto aumenta l'astensione e chi vota va sempre più
da un'altra parte
I
– Chiaro, e ce ne accorgeremo il 25 maggio. Ma c'è chi è
scontento perché pensa che stavamo meglio quando stavamo peggio, e
quelli li convinci solo se c'è un cambiamento, che porti qualche
vantaggio, se no tirano per il ritorno indietro. E poi c'è chi è
scontento e non ne può più
A
– E la terza faccia?
I –
Chi è scontento e si impegna per studiare il modo per cambiare
A
– Furbo! Non basta studiare, bisogna convincere! E gli scontenti
sono sempre di più, e non votano manco più a sinistra, votano
Grillo
I
– Lo so, e sono proprio quelli il vero problema, e l'atto d'accusa
più severo per noi di sinistra
A
– Infatti quelli sono in gran parte di sinistra
I
– Quelli che votano, hai ragione, ma non lo è certo la proposta
politica per cui votano
A
– La fai complicata. Li votano perché pensano che magari faranno
qualcosa di sinistra
I
– Non direi, penso piuttosto che li votano per vedere l'effetto che
fa. Ma poi molti (non tutti) li votano anche dopo aver visto che non
fa nessun effetto. Questo è il vero problema.
A
– Ma si impegnano, fanno proposte, parlano con la gente
I – E' così per molti di loro, certo. Ma anche tu guardi alle buone intenzioni e non ai fatti! E' il grande inganno della politica degli imbonitori. Quelli che hanno fatto qualcosa, perché erano costretti a farlo, per il loro ruolo, si sono comportati come un discreto amministratore di centro-sinistra. Vedi Pizzarotti. E' molto probabile che il candidato del centro-sinistra, vecchio ceto politico, avrebbe fatto peggio, ma a pochi chilometri di distanza, a Reggio, una buona amministrazione di centro-sinistra, con l'assessore all'ambiente civatiano, Mirko Tutino, ha spento l'inceneritore che a Parma, nonostante le promesse, è entrato in funzione. E ora Grillo scomunica Pizzarotti per questo. Che comunque abbia fatto meglio di quelli di prima non gli interessa e anzi lo fa incazzare.
A
– Ma Parma è un caso, una città non fa storia
I
– Mi stai diventando grillino.
A
- La tentazione è forte.
I
– Ma, se guardiamo alla politica nazionale, i fatti sono ancora più
negativi. Ora dicono che, se saranno il primo partito, il governo
dovrà andare a casa e governeranno loro [ora
che scrivo, la linea è un po' cambiata, andranno da Napolitano a
chiedere una verifica del quadro politico]. Ma erano il
primo partito anche dopo le politiche e hai visto come è andata:
“nessun accordo con questi partiti-zombie, finché non avremo i
numeri per governare da soli”. Dalla sceneggiata con Bersani in poi
è stato tutto un lasciare campo libero alle larghe intese, per poter
continuare a sparare sempre più forte i loro proclami di protesta.
Sarà lo stesso anche dopo le europee.
A
- Alle europee infatti non penso di votare loro, ma Tsipras.
I
– Beh, almeno … Ma anche qui, torniamo al discorso di prima. A me
farà molto piacere se in Grecia la sua lista avrà la maggioranza,
significa che la Grecia farà pesare questo fatto nel confronto con i
popolari guidati dalla Merkel condizionando i socialisti
rappresentati da Schultz. Perché l'obiettivo dichiarato di Tsipras è
quello: spostare a sinistra l'asse della politica europea facendola
finita con la linea dell'austerità (per i deboli) a traino
tedesco-popolare. E sa che la strada per riuscirci passa per uno
spostamento a sinistra dei socialisti europei (che sono,
piaccia o no, la sinistra europea). Per questo obiettivo peserà la
sua vittoria in Grecia: quanto pensi che invece peserà l'eventuale
quorum, al 4%, della lista italiana? Per non dire quanto peserà
negativamente se non riusciranno nemmeno a raggiungerlo. Ho grande
stima per persone come la Spinelli o Viale, rispetto la loro scelta
intransigente, ma forse non è un caso che non siano - e non si
considerino nemmeno – due politici. E molti dei politici che
appoggiano quella lista (non tutti, intendiamoci, ma molti) mi
guarderei bene (e ti guarderesti anche tu) dal votarli in Italia. Non
vedo perché votarli in Europa: per concedere una chance di
riciclaggio?
A – Perché, secondo te sono presentabili i candidati nelle liste PD? Ci vuole stomaco per votarli!
I
– Lo so anch'io che nelle liste PD ci sono molti che voterebbero (o
hanno già votato) contro la mozione Estrela. Ma altri, come la Elena
Gentile da voi, e in genere i civatiani, conoscendoli personalmente,
posso dirti che quanto a coerenza e impegno a sinistra danno tutte le
garanzie.
A
– Ci penserò, ma intanto a Campobasso … Battista non è il nuovo
che avanza, sappiamo tutti a quale cordata è legato, che razza di
cambiamento sarebbe? Capisci perché sono tentato di votare il
grillino (che manco conosco...)
I
– Non mi far ripetere su Grillo e Pizzarotti … Battista, a parte
le caratteristiche personali (che il suo impegno politico sia genuino
glielo riconoscono un po' tutti), ha un pregio: è passato per un
vaglio democratico e ha vinto le primarie. Avrei preferito che le
vincesse Bibiana ma le sono mancati un po' di voti (ci sarebbe molto
da dire sul perché ma lasciamo perdere..., il cambiamento fa paura
anche a sinistra). Immagino che non ti passi per la testa di votare
per Scasserra. Senza disperdere il voto su liste improbabili e senza
scegliere candidati poco convincenti, o del tutto inaffidabili, io
sceglierei la lista PD e voterei Bibiana, l'hai conosciuta, almeno
sai che si farà valere, se vince il centro-sinistra e se viene
eletta.
A
– La conosco, mi piace, la stimo, ma devo fare i conti con il mio
stomaco. Non so...
I
– Si dice che gli americani votano guardando al portafoglio, da noi
molti votano guardando allo stomaco, non farlo pure tu, che una testa
ce l'hai e ti funziona!
A
– Vabbe', sarà il mio stomaco che non funziona, a metà mattinata
ho già fame. Ne riparliamo il 26.
I
– Certo. E vedrai che i nostri amici civatiani del Molise si
faranno sentire sulla questione di cui abbiamo parlato all'inizio!
A
– Ci conto. E, se sarà, sono pronto a dare una mano.
Cominciata poco dopo San Vittore, la telefonata è finita verso Colleferro.
Pericoloso, sull'autostrada? No,
guidava mio suocero.