giovedì 17 maggio 2012

Una pagina nuova. Finalmente!


Ho cambiato il titolo del mio blog.
Oggi, 17 maggio, non abbiamo solo preso atto di una sentenza del Tar. Abbiamo assistito a una scena madre.
Per il Molise si apre una pagina tutta nuova. Ora gli elettori sanno con certezza che l'era dell'impunità è finita. Che il potere è nudo e non fa più paura. Se lo si ama lo si vota, se lo si condivide lo si vota. Se no, si è LIBERI di scegliere.
Il centro destra potrà tornare alle urne e vincere ancora una volta. Ma potrà contare solo sulle ragioni della politica, quelle ragioni che ha calpestato e svillaneggiato quando tentava di usarle l'opposizione, che non ne aveva altre.
Era bello vincere facile. E si è pure fatto strada tra gli avversari l'opportunismo, figlio della rassegnazione e padre di nuove sconfitte. Ma il 16 ottobre si era capito che l'aria era cambiata. Ben prima della sentenza, prima ancora della proclamazione del risultato, il cambiamento era stato testimoniato dalle luci spente anzitempo nel quartiere generale dell'ex Governatore (ora, ex a tutti gli effetti). Dalle sezioni era arrivato un risultato chiaro.
Ci sono voluti altri sette mesi di agonia. Può darsi che siano serviti a qualcosa. A prendere le misure degli eletti. A toccare con mano la drammaticità della situazione. A entrare nei meandri dei dossier più spinosi, quelli dove la mala gestione ha provocato più danni. Ma la situazione della gente, dei molisani, non poteva che peggiorare. E le responsabilità si fanno più pesanti. Ma la passione intanto è cresciuta, con la sicurezza nei propri mezzi e con il consenso tra i cittadini.
C'è chi fa gli scongiuri perché deve ancora pronunciarsi il Consiglio di Stato. Ma il TAR non ha lasciato molti margini. L'importante è che si faccia presto.
Storia maestra di vita. A questo sono serviti i sette mesi appena passati.
Si ricomincia daccapo. Ma in realtà comincia una nuova storia.
Ero partito un anno fa con l'idea che il 2011 avrebbe portato al Molise un domani migliore. Siamo nel 2012, il domani è qui, ora non si scappa. Dobbiamo viverlo. E vincere.