mercoledì 27 marzo 2013

Molise 2013. OBIETTIVO CENTRATO. Considerazioni finali


A un mese di distanza dal voto possiamo considerare archiviate le elezioni, nazionali e regionali.
Il tempo trascorso ha dato modo di consolidare un bilancio, anche se è tutt'altro che chiaro il futuro che ci attende.
Questo blog è nato con un tema, le elezioni regionali in Molise, ed uno scopo, contribuire all'affermazione del centro-sinistra. Aveva perciò una scadenza.
Quella iniziale, l'autunno 2011, si è protratta fino alla primavera del 2013 per le irregolarità che hanno portato a ripetere la prova. Inoltre il tema si è ampliato, per la concomitanza con le elezioni nazionali, inevitabilmente destinate a condizionare fortemente le dinamiche locali.
Ma ora il traguardo è raggiunto: OBIETTIVO CENTRATO! In Molise ha vinto il centro sinistra. Per poco, o pochissimo, che abbia contribuito, il blog esaurisce con questo la sua funzione.
Non posso tuttavia distaccarmi dai miei amici lettori senza proporre un'ultima riflessione a consuntivo sulle elezioni, cercando di cogliere punti di contatto e differenze tra quanto è accaduto a livello nazionale e in Molise.

Il punto di contatto più forte credo sia rappresentato dal crollo di consensi del centro-destra, che aveva esercitato un'egemonia nel corso degli ultimi dodici anni in entrambi i contesti.
Le dimensioni quantitative, nel raffronto con le ultime elezioni, presentano una notevole analogia: nel voto alla Camera la coalizione di Silvio Berlusconi scende dal 46,81 (2008) al 29,18, alla Regione Molise la coalizione di Michele Iorio scende dal 46,96 (2011) al 25,8. Può essere considerato un aspetto banale, in quanto mero riflesso su scala locale di un fenomeno di portata nazionale, ma sappiamo che si sono verificate differenze significative tra le aree del Paese e che in particolare nel Mezzogiorno la coalizione di centro-destra ha mostrato una tenuta maggiore, al di sopra delle previsioni della vigilia.

Per converso, la differenza principale consiste nel fatto che a livello nazionale il crollo dei consensi del centro-destra non ha premiato il centro-sinistra, rimasto non soltanto al di sotto delle aspettative ma anche molto lontano, di otto punti, rispetto alle precedenti elezioni, mentre in Molise ha invece aperto la strada a una vittoria netta della coalizione di centro-sinistra che ha mantenuto il consenso guadagnato nel 2011.

Per analizzare meglio questa differenza, possiamo partire dalle ragioni della mancata conquista dei consensi in fuga dal centro-destra da parte del centro-sinistra a livello nazionale.
I commenti hanno messo a fuoco essenzialmente due fattori: da un lato, la mancata indicazione di concrete proposte, in positivo, che dessero agli elettori il senso degli obiettivi che la coalizione si sarebbe posta una volta al governo, per migliorare la condizione dei cittadini chiamati al voto; dall'altro, non aver convinto gli elettori che la promessa di un cambiamento di rotta, posta al centro della campagna elettorale della coalizione, sarebbe stata accompagnata anche da un rinnovamento delle persone che di quel cambiamento sarebbero state protagoniste.
E' stato osservato, acutamente a mio avviso, che gli otto punti lanciati da Bersani per la costruzione del governo e l'indicazione di due figure largamente apprezzate, oltre che di prima nomina, per presiedere Camera e Senato, sarebbero state due mosse chiave per la campagna elettorale … se non fossero giunte, purtroppo, dopo il voto.

Nelle elezioni regionali in Molise il voto degli scontenti del centro-destra è stato viceversa intercettato stringendo accordi con gli esponenti politici che di quello scontento di erano fatti interpreti in modo aperto e, in particolare, con due formazioni che nella scorsa legislatura erano collocate organicamente nella coalizione di centro-destra. Il risultato ha premiato l'operazione, nel senso che l'afflusso di voti provenienti dal centro-destra ha compensato il deflusso che, in misura analoga a quanto avvenuto su scala nazionale, si è diretto verso il Movimento 5 Stelle (nel caso molisano, in parte dirottato verso una formazione locale con forti analogie, di collocazione e ispirazione politica, con il M5S).

Si tratta, con tutta evidenza, di una differenza rilevante. Non deve tuttavia fare velo ad una profonda analogia che merita molta attenzione. Non ci si può infatti nascondere che la coalizione di centro-sinistra non ha compiuto neanche in Molise quelle due mosse che, si è detto, sarebbero state necessarie per conquistare il consenso potenziale su scala nazionale. Gli accordi con le formazioni e gli esponenti di centro-destra si sono fondati molto più su un'aspirazione “a voltare pagina” rispetto a un'esperienza di gestione che si è rivelata fallimentare che non su un'adesione, “positiva”, ad un programma alternativo, su obiettivi definiti ed esigibili. Gli elettori sono stati perciò chiamati a scegliere tra i candidati più che tra le proposte. Quanto alle persone, sarebbe stato obiettivamente difficile l'emergere di volti nuovi, sia per il meccanismo elettorale sia per le dimensioni del bacino di votanti, paragonabile a una città di media grandezza, ovvero a uno dei venti Municipi in cui è divisa Roma, anche se il candidato presidente aveva quanto meno, dalla sua, il vantaggio di non provenire dagli apparati e di essere nuovo alla politica, un vantaggio che si è tradotto in un consenso specifico per la persona e per la lista del presidente.

In una certa misura, a ben vedere, vi sono insomma analogie non banali tra la sfida che sta affrontando Bersani e il centro-sinistra PD-SEL a livello nazionale e quella che attende Di Laura Frattura. Nel primo caso, attorno alle proposte e agli obiettivi da perseguire, nonché ai profili di chi dovrà assumere un tale onere, si giocano le chance di comporre una maggioranza politica in grado di sostenere un governo. Nel secondo caso, attorno alle medesime questioni si gioca la possibilità di dare un'impronta pienamente politica a una maggioranza che rischia altrimenti di non garantire né l'operatività né l'unità. Condizioni necessarie, entrambe, per realizzare il cambiamento atteso e per rispondere alle aspettative che l'elettorato molisano ha largamente manifestato, non solo nel voto al centro-sinistra ma anche nel consenso rivolto alle formazioni “anti-sistema”, se mi si passa questo termine sintetico.
L'analogia tra le sfide si ferma qui e non si estende agli scenari alternativi. Un insuccesso della coalizione di centro-sinistra sulla linea che sta tentando Bersani porterebbe presumibilmente (azzardo una previsione senza pretendere di avere doti divinatorie) a nuove elezioni. Una prospettiva che non si pone nella situazione molisana. 
Per quel che può valere, partecipo con grande emozione, e non poca apprensione, ad entrambe le vicende stringendo in un abbraccio ideale due persone sulle cui spalle pesa una grande responsabilità, ciascuno per il suo ambito.
Con questi sentimenti e con questi auguri prendo commiato dai lettori di questo blog che ringrazio per l'attenzione (che so di aver messo frequentemente a dura prova). Se proprio lo vorranno, potranno ancora leggermi in altre sedi. Mi riesce difficile perdere il vizio ...