A un mese di distanza dal voto possiamo
considerare archiviate le elezioni, nazionali e regionali.
Il tempo trascorso ha dato modo di
consolidare un bilancio, anche se è tutt'altro che chiaro il futuro
che ci attende.
Questo blog è nato con un tema, le
elezioni regionali in Molise, ed uno scopo, contribuire
all'affermazione del centro-sinistra. Aveva perciò una scadenza.
Quella iniziale, l'autunno 2011, si è
protratta fino alla primavera del 2013 per le irregolarità che hanno
portato a ripetere la prova. Inoltre il tema si è ampliato, per la
concomitanza con le elezioni nazionali, inevitabilmente destinate a
condizionare fortemente le dinamiche locali.
Ma ora il traguardo è raggiunto:
OBIETTIVO CENTRATO! In Molise ha vinto il centro sinistra. Per poco,
o pochissimo, che abbia contribuito, il blog esaurisce con questo la
sua funzione.
Non posso tuttavia distaccarmi dai miei
amici lettori senza proporre un'ultima riflessione a consuntivo sulle
elezioni, cercando di cogliere punti di contatto e differenze tra
quanto è accaduto a livello nazionale e in Molise.
Il punto di contatto più forte credo
sia rappresentato dal crollo di consensi del centro-destra, che aveva
esercitato un'egemonia nel corso degli ultimi dodici anni in entrambi
i contesti.
Le dimensioni quantitative, nel
raffronto con le ultime elezioni, presentano una notevole analogia:
nel voto alla Camera la coalizione di Silvio Berlusconi scende dal
46,81 (2008) al 29,18, alla Regione Molise la coalizione di Michele
Iorio scende dal 46,96 (2011) al 25,8. Può essere considerato un
aspetto banale, in quanto mero riflesso su scala locale di un
fenomeno di portata nazionale, ma sappiamo che si sono verificate
differenze significative tra le aree del Paese e che in particolare
nel Mezzogiorno la coalizione di centro-destra ha mostrato una tenuta
maggiore, al di sopra delle previsioni della vigilia.
Per converso, la differenza principale
consiste nel fatto che a livello nazionale il crollo dei consensi del
centro-destra non ha premiato il centro-sinistra, rimasto non
soltanto al di sotto delle aspettative ma anche molto lontano, di
otto punti, rispetto alle precedenti elezioni, mentre in Molise ha
invece aperto la strada a una vittoria netta della coalizione di
centro-sinistra che ha mantenuto il consenso guadagnato nel 2011.
Per analizzare meglio questa
differenza, possiamo partire dalle ragioni della mancata conquista
dei consensi in fuga dal centro-destra da parte del centro-sinistra a
livello nazionale.
I commenti hanno messo a fuoco
essenzialmente due fattori: da un lato, la mancata indicazione di concrete proposte, in positivo, che dessero agli elettori il senso
degli obiettivi che la coalizione si sarebbe posta una volta al
governo, per migliorare la condizione dei cittadini chiamati al voto;
dall'altro, non aver convinto gli elettori che la promessa di un
cambiamento di rotta, posta al centro della campagna elettorale della
coalizione, sarebbe stata accompagnata anche da un rinnovamento delle
persone che di quel cambiamento sarebbero state protagoniste.
E' stato osservato, acutamente a mio
avviso, che gli otto punti lanciati da Bersani per la costruzione del
governo e l'indicazione di due figure largamente apprezzate, oltre
che di prima nomina, per presiedere Camera e Senato, sarebbero state
due mosse chiave per la campagna elettorale … se non fossero
giunte, purtroppo, dopo il voto.
Nelle elezioni regionali in Molise il
voto degli scontenti del centro-destra è stato viceversa
intercettato stringendo accordi con gli esponenti politici che di
quello scontento di erano fatti interpreti in modo aperto e, in
particolare, con due formazioni che nella scorsa legislatura erano
collocate organicamente nella coalizione di centro-destra. Il
risultato ha premiato l'operazione, nel senso che l'afflusso di voti
provenienti dal centro-destra ha compensato il deflusso che, in
misura analoga a quanto avvenuto su scala nazionale, si è diretto
verso il Movimento 5 Stelle (nel caso molisano, in parte dirottato
verso una formazione locale con forti analogie, di collocazione e
ispirazione politica, con il M5S).
Si tratta, con tutta evidenza, di una
differenza rilevante. Non deve tuttavia fare velo ad una profonda
analogia che merita molta attenzione. Non ci si può infatti
nascondere che la coalizione di centro-sinistra non ha compiuto
neanche in Molise quelle due mosse che, si è detto, sarebbero state
necessarie per conquistare il consenso potenziale su scala nazionale.
Gli accordi con le formazioni e gli esponenti di centro-destra si
sono fondati molto più su un'aspirazione “a voltare pagina”
rispetto a un'esperienza di gestione che si è rivelata fallimentare
che non su un'adesione, “positiva”, ad un programma alternativo,
su obiettivi definiti ed esigibili. Gli elettori sono stati perciò
chiamati a scegliere tra i candidati più che tra le proposte. Quanto
alle persone, sarebbe stato obiettivamente difficile l'emergere di
volti nuovi, sia per il meccanismo elettorale sia per le dimensioni
del bacino di votanti, paragonabile a una città di media grandezza,
ovvero a uno dei venti Municipi in cui è divisa Roma, anche se il
candidato presidente aveva quanto meno, dalla sua, il vantaggio di
non provenire dagli apparati e di essere nuovo alla politica, un
vantaggio che si è tradotto in un consenso specifico per la persona
e per la lista del presidente.
In una certa misura, a ben vedere, vi
sono insomma analogie non banali tra la sfida che sta affrontando
Bersani e il centro-sinistra PD-SEL a livello nazionale e quella che
attende Di Laura Frattura. Nel primo caso, attorno alle proposte e
agli obiettivi da perseguire, nonché ai profili di chi dovrà
assumere un tale onere, si giocano le chance di comporre una
maggioranza politica in grado di sostenere un governo. Nel secondo
caso, attorno alle medesime questioni si gioca la possibilità di
dare un'impronta pienamente politica a una maggioranza che rischia
altrimenti di non garantire né l'operatività né l'unità.
Condizioni necessarie, entrambe, per realizzare il cambiamento atteso
e per rispondere alle aspettative che l'elettorato molisano ha
largamente manifestato, non solo nel voto al centro-sinistra ma anche
nel consenso rivolto alle formazioni “anti-sistema”, se mi si
passa questo termine sintetico.
L'analogia tra le sfide si ferma qui e
non si estende agli scenari alternativi. Un insuccesso della
coalizione di centro-sinistra sulla linea che sta tentando Bersani
porterebbe presumibilmente (azzardo una previsione senza pretendere
di avere doti divinatorie) a nuove elezioni. Una prospettiva che non
si pone nella situazione molisana.
Per quel che può valere,
partecipo con grande emozione, e non poca apprensione, ad entrambe le
vicende stringendo in un abbraccio ideale due persone sulle cui
spalle pesa una grande responsabilità, ciascuno per il suo ambito.
Con questi sentimenti e con questi
auguri prendo commiato dai lettori di questo blog che ringrazio per
l'attenzione (che so di aver messo frequentemente a dura prova). Se
proprio lo vorranno, potranno ancora leggermi in altre sedi. Mi
riesce difficile perdere il vizio ...