sabato 13 agosto 2011

Con le primarie si comincia a fare chiarezza


[10 agosto - 16 agosto]
Frana la grande illusione berlusconiana e il suo epigono molisano non sta tanto bene.
Le primarie possono risultare il primo avviso di sfratto per Iorio. Se ne sta allargando la percezione e la convinzione ma ancora qualcuno dei candidati dimostra qualche remora a svolgere fino in fondo il suo ruolo dentro questa partita. La tentazione di delegittimarle non è definitivamente archiviata.
Il pretesto è ancora, un po' stancamente, la storia pregressa del candidato Di Laura Frattura.
Mancava il suo profilo: lo tratteggio in questo blog.

I CANDIDATI ALLE PRIMARIE SI STANNO POSIZIONANDO SUL MERITO DELLE SCELTE E DELLE PRIORITA'. LA CAMPAGNA ENTRA DUNQUE NEL VIVO E COMINCIA A SUSCITARE ATTENZIONE

Nel post precedente, la settimana scorsa, mi ponevo la domanda se Paolo Di Laura Frattura potesse essere l'elemento unificante … degli altri 4. Avanzavo come conclusione del ragionamento l'idea che se i 4 non avessero scelto un diverso posizionamento, meno condizionato dal doversi accreditare attraverso la diversità da Frattura, avrebbero corso il rischio di perdere le primarie prima ancora di farle, senza avere peraltro nessun altra via di uscita in caso di sconfitta. La soluzione ventilata dal senatore Astore, una sorta di mela avvelenata offerta con una mossa a sorpresa, un po' incauta, ossia il ritiro, non sembrava un'ipotesi percorribile ed è stata rispedita in effetti al mittente, con più o meno prontezza, da tutti i candidati.
Sembra dunque si possa considerare irreversibile il processo innescato dalle primarie e nessuno potrà muovere un dito per un'ipotesi di terzo candidato (da qualunque lato dello scacchiere politico si affacci) senza essere immediatamente riconosciuto come in combutta con Iorio e pertanto calcolato ai fini delle previsioni finali all'interno di quello schieramento.

NON TUTTI PERO' SI STANNO POSIZIONANDO ALLO STESSO MODO. QUALCUNO SI DIMOSTRA ANCORA TENTATO DALL'IDEA DI TENERE APERTA UNA SOLUZIONE ALTERNATIVA.
CHE LO PORTEREBBE DIRITTO NEL CAMPO DI IORIO

Per dirla tutta, c'è qualcuno, tra i competitor di Frattura, che non ha ancora deciso di entrare senza remore nell'agone delle primarie per giocare fino in fondo quella partita e in quella misurarsi. Mi riferisco a Petraroia, che sembra stia ancora cercando motivazioni e appoggi per prendere le distanze dalle primarie più che per vincerle.
Il tira e molla è un po' stucchevole, ma non può sorprendere chi lo conosce, con la sua spiccata propensione a concepire arzigogoli tattici. Tenere aperte immancabilmente più strade alternative e un numero imprecisato di ipotesi di riserva finisce per confondere le idee agli elettori che, in fondo, chiedono risposte semplici, comprensibili e chiare. Ben pochi hanno in effetti capito le ragioni dell'insistenza cocciuta nella ricerca di un avallo dall'alto quando non si era seguita prima la strada della ricerca di un'investitura di partito dal basso (l'unica peraltro contemplata dallo statuto); né perché abbia preteso che fosse sconfessata dall'alto una strada (quella delle primarie aperte, senza investiture di partito, con candidati provenienti da altri partiti e dalla società civile) che era stata seguita dal PD, con esiti finali vittoriosi, nella quasi totalità dei casi nelle elezioni di primavera; né perché la presa di posizione di Leva a favore Frattura non sia stata contestata sul piano politico, lavorando per costruire consenso su una candidatura diversa, ma presa a pretesto per gridare allo scandalo e per esercitare pressioni sui vertici nazionali perhé pronunciassero una scomunica che non avrebbe avuto alcuna legittimità (e sì che a Torino, con un candidato di nome Fassino, il segretario PD ha appoggiato un altro candidato, poi perdente, senza che su questa scelta si facesse altro che una battaglia politica, quella, sì, più che legittima, senza alcuno scandalo); né si è capita la bizzarria di un profluvio di appelli all'unità cui non ha fatto seguito una convergenza su nessuno degli altri candidati (non c'era solo Frattura in campo, mentre vari dirigenti PD, non solo D'Ambrosio, avevano raccolto le firme necessarie alla candidatura) usando anzi l'argomento dell'anatema di Di Pietro contro D'Ascanio e contro Romano per delegittimarne a priori la candidatura; né perché si sia prestato alla proposta di candidatura avanzata da partiti diversi da quello di appartenenza, nel quale dovrà poi candidarsi in caso di sconfitta alle primarie, presentandola come contributo all'unità, non si capisce più di chi. Sempre che il piano B (o C?) in caso di sconfitta non preveda un passaggio armi e bagagli in un altra formazione politica, magari con giochi di sponda e organizzazione di correnti interne … a correnti esterne. Ne ho accennato nel post precedente e non posso che ribadirlo. Servirebbe linearità di comportamenti, chiarezza nelle proposte (ancora avvolte nel mistero in quanto oscurate dai tatticismi e dai politicismi su cui si è esercitato finora) per misurare credibilità e coerenza. Non ci sarà bisogno di un presidente che passi le notti a concepire tattiche e alchimie ma di uno che passi le giornate ad ascoltare, studiare i dossier, formulare proposte di soluzione. Non un oratore ma un amministratore che si assuma l'onere e la responsabilità di prendere decisioni. Di questo deve dare prova, prima del 4 settembre. Ogni piano B successivo che in caso di sconfitta preveda qualcosa di diverso dalla candidatura nel proporzionale con il PD sarebbe semplicemente inconcepibile e Petraroia, cui non manca intelligenza politica, dovrebbe convincersene, finché è in tempo.

IL CANDIDATO DI LAURA FRATTURA: UN'ANOMALIA, UN “VULNUS” O UNA DIVERSITA' NELL'UNITA'?
HA TITOLO A PROPORSI COME ALTERNATIVA CREDIBILE A IORIO? PUO' SEGNARE UNA LINEA DI DEMARCAZIONE NETTA RISPETTO A QUELLA CULTURA POLITICA E A QUELLA GESTIONE?

Mi sono soffermato sull'unico candidato che non sembra essere ancora del tutto dentro la logica delle primarie perché questo mi sembra ancora l'ultimo freno alla loro piena riuscita, che dipende in sostanza dall'ampiezza della partecipazione e dalla convinzione con cui gli elettori si avvicineranno alle urne aperte il 4 settembre circa la validità e la legittimità democratica della prova cui sono chiamati a partecipare. Convinzione che si traduce, in sostanza, nella scelta di dare seguito all'intenzione di voto per il 16 ottobre votando senza esitazioni il candidato che risulterà vincitore.
E' questa convinzione che i 5 candidati devono infondere anche ai loro sostenitori. E' questa convinzione che il solo Petraroia sembra non voler alimentare. E poiché questa resistenza, sorda e opaca, poggia sempre e solo sull'argomento della provenienza e della storia politica di Paolo Di Laura Frattura sarà bene prendere di petto questo tema, così come mi ero ripromesso di fare già dal post precedente.
Sia chiaro: non intendo portare argomenti a sostegno della tesi che sia lui il migliore dei 5. Sarà ovviamente la cultura politica del lettore a orientare le sue scelte come meglio crede. Intendo però fornire al lettore un profilo essenziale del candidato così come lo ho conosciuto, perché possa compiere con qualche elemento di giudizio in più per compiere le sue scelte, secondo le sue inclinazioni e preferenze.
Me la caverò con poche battute, deludendo forse chi si aspetta una biografia ragionata ma tranquillizzando chi teme uno sproloquio. Risponderò perciò alle domande che più spesso ricorrono sulla persona tra il “popolo di centro-sinistra”.
Non ha mai preso le distanze da Iorio?
Pur avendolo sostenuto undici anni fa, nel suo percorso successivo da presidente della Camera di Commercio ha compiuto atti, pubblici e impegnativi, che, sul piano tecnico, non su quello politico, delineavano chiaramente tutte le argomentazioni che portavano a una sonora bocciatura del suo operato. Senza peraltro compiere atti politici a sostegno di quella Giunta e di quella maggioranza.
Ne condivide i valori?
Ha una cultura imprenditoriale, basata su merito, competizione regolata, pari opportunità, calcolo razionale costi-benefici.
E' una cultura politica di sinistra?
Non lo è perché non ha una cultura politica nel senso proprio del termine: manca nel suo curriculum un retroterra politico. Questa caratteristica, questo limite, se si vuole, lo porta in compenso a giudicare con severità, sgombra dalle ipoteche che dalla politica possono derivare, i costi, le inefficienze e il deficit di legalità che pervadono ampie aree dell'attività politica ed hanno segnato pesantemente l'ultimo decennio (in Italia come in Molise).
Condivide i valori della solidarietà?
Ha una solida formazione nell'alveo della dottrina sociale cattolica.

PUO' VINCERE IL 17 OTTOBRE SE DOVESSE VINCERE IL 4 SETTEMBRE?

La sintesi di queste valutazioni mi porta a dire che è credibile quanto al programma che presenta.
E' un programma condivisibile?
A questa domanda non devo rispondere io ma il lettore in base agli elementi di conoscenza che il candidato Di Laura Frattura fornisce. Potrà convincere più o meno elettori di centro-sinistra, ha comunque titolo a rivolgersi a loro. Aggiungo: e solo a loro. Il giudizio verrà il 4 settembre.
Infine: se vince, può battere Iorio e far voltare pagina in modo chiaro e netto alla politica molisana?
Sì, tanto quanto ciascuno degli altri quattro una volta che esca/escano vincitori dalle primarie.
Faccia questa “professione di fede” ciascuno degli elettori che si recheranno a votare per le primarie il 4 settembre e un grande passo sarà stato compiuto verso la vittoria il 17 ottobre.