sabato 3 dicembre 2011

Ordinaria amministrazione?

[30 novembre – 6 dicembre]
A soli 50 giorni dalle elezioni si insedia il Consiglio Regionale del Molise.
Le deleghe ci riserveranno sorprese? E quale strada sceglierà l'opposizione? Intransigenza o unanimismo? Le risposte sembrano scontate. Ma gli organi di informazione annunciano scoop.
E a proposito di informazione, l'Italia è messa maluccio ma il Molise sta ancora peggio.
Storie di padroni e di cagnolini (scodinzolini)

SI INSEDIA IL CONSIGLIO. TUTTO COME PRIMA?

Lunedì 5 dicembre, a soli 50 giorni dalle elezioni, i cittadini molisani hanno la sorpresa di vedere i loro rappresentanti regionali al lavoro. E vedranno anche soddisfatta la loro palpitante curiosità circa le deleghe assegnate agli assessori. Essendo stati ridotti da 8 a 6 qualcuno avrà deleghe più pesanti. Ma quelle precedenti saranno riconfermate? Grande attesa (si fa per dire) per la sorte della Programmazione che qualcuno – così sembra, stando ai rumors che stanno mettendo a soqquadro (si fa per dire) il Molise (http://www.infiltrato.it/notizie/molise/pdl-molise-e-guerra-aperta-tra-vitagliano-e-di-giacomo) – vorrebbe fosse sequestrata nelle mani potenti del Governatore, a scorno del super-assessore che da Capracotta è sceso a sub-governare il basso Molise.
Meno apprensioni invece per la Presidenza dell'assemblea, sorprese non sono previste. Così come si dà per scontato che l'eletto procederà senza frapporre indugi ad adottare per la Regione Molise le stesse regole introdotte nei due rami del Parlamento in tema di vitalizi (contributivo pro-rata per tutti). A quel punto la cittadinanza si aspetta (davvero) che i Consiglieri diano una prova di dignità (si fa per dire) tagliando significativamente le indennità e che procedano ad avviare, contestualmente, l'iter per la modifica statutaria imposta dalla manovra di agosto: consiglieri da 30 a 20, assessori da 6 a 4.
Perché a nessuno resti il sospetto che, data l'incertezza che regnerà nei prossimi mesi circa la durata della legislatura, gli eletti si vogliano garantire la possibilità di concorrere per la seconda volta (se mai si dovesse rivotare) per un premio di taglia XL anziché per un misero lotto di poltrone: poche, scomode e mal pagate, chi glielo farebbe fare di metterci la faccia?!

CHE OPPOSIZIONE SARA'?

Nel mio ultimo post invitavo ad esaminare con attenzione e senza pregiudizi le prese di posizione degli eletti sulle prospettive di questa legislatura. Segnalavo anche come gli unici due che si erano prodotti in commenti (Petraroia e Totaro) auspicassero un clima di concordia, in qualche modo ispirandosi al quadro nazionale con Monti al governo “super partes”.
Ora, che Monti possa essere un premier super partes è assai dubbio. Personalmente ci andrei cauto (http://www.eguaglianzaeliberta.it/articolo.asp?id=1424) ma soprattutto mi domanderei se per caso non si faccia qualche confusione. Mi domanderei pertanto se - dopo una tornata elettorale in cui i cittadini molisani (di entrambi gli schieramenti) hanno chiaramente dimostrato di associare strettamente la figura di Iorio a quella di Berlusconi, nonostante gli sforzi del primo per smarcarsi dal secondo - non si confondano le idee agli elettori, in particolare ai propri elettori, avallando l'idea che la figura da associare a Iorio sia quella del professore della Bocconi anziché quella del contaballe che ci ha ridotti in questo stato (http://www.youtube.com/watch?v=8lmVZstFqlU).
Tra l'omino di burro del paese dei Balocchi di Collodi e l'ex commissario di ferro alla concorrenza non avrei molti dubbi su chi è più somigliante a Michele Iorio.
Quanto poi all'idea che si debba vivere in spirito di concordia la fase di attuazione (sic!) dello Statuto, poiché il solo che si possa “attuare” è proprio quello bocciato, oltre che dall'opinione pubblica, dagli organi di controllo e “caducato” (come dicono i giureconsulti) dalla successiva manovra di agosto, sembra singolare che ci si debba mettere insieme, in una santa alleanza, per andare contro l'opinione pubblica, gli organi di controllo e le leggi nazionali, magari al solo scopo di stipulare una polizza di assicurazione contro il rischio che a ritrovarsi “caducato” possa essere l'intero Consiglio Regionale.
Sono assolutamente certo che non fosse questa l'intenzione ma solo quella, mi ripeto, di non veder salire ulteriormente lo spread per colpa del Molise. Ma spread o non spread, non sarà sicuramente l'unanimismo né il consociativismo la cifra della legislatura che si è appena aperta.

RAZZA PADRONA E RAZZA CAGNOLINA

A proposito di opinione pubblica, occorre spendere qualche parola su chi è investito della missione di darle voce e di fornire la materia prima perché un'opinione possa formarsi.
Episodi recenti in questo ambito mi portano a pormi una domanda, sotto forma di metafora. Che cosa succede se una persona di razza un po' “cagnolina” avverte una qualche minaccia per il suo amato padrone?
Classicamente, comincia ad abbaiare furiosamente all'indirizzo del “nemico”. Il volume è spesso inversamente proporzionale alla stazza ma, in base al detto, non c'è rischio che azzanni il polpaccio del “cattivo”. Quando (talvolta avviene) il detto viene contraddetto – ce lo insegnano quelli che studiano (e amano) i comportamenti degli esseri a quattro zampe – la responsabilità è sempre del padrone. Che addestra l'amico dell'uomo a far del male.
Attenti al cane” è l'avviso che si trova sui cancelli. Serve a tenere lontani i malintenzionati ma in effetti serve anche a inquadrare i tratti caratteriali del padrone di casa.
Proviamo a trasferire l'esempio al mondo dell'informazione. Se un direttore, di una primaria testata televisiva, viene chiamato (dai detrattori, ovviamente) “Scodinzolini”, ci vuol poco a capire che tipo di accusa gli stiano rivolgendo (magari del tutto ingiustificata): vuol dire che negli editoriali e nel taglio dei servizi è sospettato di piaggeria nei confronti del suo Presidente di riferimento e di accanimento un po' sguaiato contro gli esponenti dell'opposizione. Ma è anche chiaro che si sta esprimendo una critica dura nei confronti di quel Presidente. Non solo lo ha chiamato per fare quel lavoro, ma lo ha anche “educato” a farlo in quel modo.
Il padrone del cagnolino cattivello fa spesso finta di niente. Anzi, se passa dall'abbaiare al fare male lo richiama! Ma se al “nemico” azzannato finisce che gli girano, è il padrone che si becca la denuncia. E' vietato portare a spasso i cani – anche cagnolini – senza museruola.
La storia si fa un po' lacrimevole quando il padrone cade in disgrazia o comunque viene separato dal cagnolino reso aggressivo. Rieducare la creatura a quattro zampe è, il più delle volte, un problema. Ma infine si trovano persone amorevoli, che dedicano la loro vita agli amici dell'uomo, disposte a prendersi cura di un essere che, senza colpe, ha solo avuto la sfortuna di incontrare il padrone sbagliato.


A PROPOSITO DI INFORMAZIONE

Ancora a proposito di informazione, visto che ho citato l'esempio del TG1.
Giuste o sbagliate che siano le accuse, anche pesanti, rivolte a “Minzo”, il TG1, per quanto “ammiraglia” (si fa per dire) dell'informazione è tuttavia inserito in un contesto in cui ad un peso – per quanto forte – corrisponde sempre un certo contrappeso.
Ci richiama invece l'attenzione, puntualmente, Giuseppe Tabasso (vedi http://www.altromolise.it/notizia.php?argomento=editoriale&articolo=49471), che l'aria di questi ambienti l'ha respirata per una vita, sullo stato preoccupante in cui versa l'informazione (si fa per dire) in Molise.
L'Italia come paese non è messa bene nelle classifiche internazionali sulla libertà di stampa. Se mai vi fosse una classifica per quel che riguarda alche il panorama nazionale, il Molise occuperebbe a sua volta, con buona probabilità, l'ultima posizione.
Con un indice di lettura ai minimi nazionali è praticamente impossibile che un editore puro possa sopravvivere, operando nel solo mercato regionale, con i conti in ordine. Senza una qualunque azione di promozione della lettura né una legge che stabilisca un minimo di trasparenza nell'attribuzione delle inserzioni istituzionali o un qualche requisito di qualità (anche solo deontologico) nella distribuzione degli incentivi, gli editori sono non solo condizionati dal potere politico ma succubi, per non dire asserviti. Conseguenza per chi l'informazione la produce, ossia per i giornalisti? Paghe da fame e condizionamento da parte degli editori succubi. In termini matematici, un ricatto al quadrato.
Le macchine del fango non sono un'esclusiva molisana. E abbiamo appreso dalle cronache italiane di questi ultimi anni che, specie con documenti audiovisivi (diciamo così), si possono fare soldi a danno delle persone che vengono prese di mira. Ma solo in Molise le macchine del fango vengono annunciate e minacciate prima ancora di metterle in moto, col solo scopo di intimidire e mettere a tacere i concorrenti, oltre ai personaggi scomodi (che sono tali, più che per le posizioni politiche, se compiono azioni di contrasto nei confronti del ben oliato sistema dell'informazione asservita). Solo in Molise si va in giro a chiedere inserzioni pubblicitarie senza nemmeno bisogno di scattare una fotografia o girare un video di nascosto, con la sola minaccia di un “pezzo” ostile.
Ho citato l'accorato e condivisibile articolo di Tabasso. Aggiungerei però due note a margine.
  1. Non si tratta di produrre informazione uguale e contraria. Temo altrettanto quanto la situazione attuale un'ipotetica informazione di rivalsa o di rivincita che conservi il sistema vigente ponendolo al servizio di una causa diversa. Non c'è causa migliore o peggiore in questo senso. Occorre impedire alla politica, in quanto tale, di comprare l'informazione e i giornalisti devono astenersi dal cercare un padrone di diverso colore: devono piuttosto svegliarsi un giorno avendo come datore di lavoro un editore puro (ovvero se stessi in forma associata).
  2. Il dato sui profili Facebook a Campobasso (più alto rispetto a città come L'Aquila o Aosta) è fuorviante. Riguarda il numero di profili e non di persone. Non credo che a L'Aquila o a Aosta sia in voga come a Campobasso la creazione di profili plurimi, per lo più falsi o coperti da pseudonimi. Se esistesse un dato sulle persone fisiche sono certo che Campobasso rientrerebbe nella normalità. Ho passato da tempo l'età in cui ci si divertiva a giocare a nascondino o ci si eccitava ai balli in maschera del Carnevale. Continuo così a sorprendermi ogni volta che qualche molisano (che non mi conosce molto bene) mi chiede se per caso non sia io il “Vendicatore solitario del Rivolo” o “Augusto Benpensanti”. Ma mi rendo conto che sono io che sbaglio, in fondo è positivo che dalle parti di Monforte si trovi il modo di coltivare il bambino che c'è in noi.