domenica 12 giugno 2011

3) Contro una politica sbagliata e dannosa

[8 - 14 giugno]

NEL CAMPO DELL'ENERGIA, DEL RAPPORTO PUBBLICO-PRIVATO, DELLA GIUSTIZIA
Guardiamo più da vicino i no che saranno pronunciati votando SI ai referendum.
Contro un modello energetico costoso, inquinante e comunque pericoloso, che non avrebbe attenuato la dipendenza energetica dell’Italia mentre avrebbe tagliato le gambe allo sviluppo di politiche alternative.
Contro la decisione di sottrarre, con la forza, un bene comune fondamentale come l’acqua alla disponibilità delle comunità locali.
Contro una privatizzazione con profitti garantiti mantenendo perdite e oneri gravosi in capo alle comunità locali. Contro una giustizia piegata ai desideri e alle pretese di impunità del potere.

A ben vedere, un filo nero collega ognuno di questi no componendo un quadro di grande forza esplicativa per descrivere i tratti fondamentali del potere che si è insediato attorno a Berlusconi.
La rete degli affari come nocciolo duro della costruzione del consenso, il diritto diseguale, la promessa di impunità per i potenti, a partire dal leader, nel quadro di un attacco sistematico ai poteri di controllo e riequilibrio, magistratura in primis (combinato con il controllo della libera informazione).
Per tutti questi motivi il SI ai referendum ha una forte valenza politica. Non tanto e non solo perché si tratta di provvedimenti adottati dal governo (e dalla sua maggioranza, nonostante i distinguo e le dissociazioni che si possano manifestare al suo interno) quanto perché toccano il cuore stesso della sua linea politica e ne portano l’impronta indelebile.