giovedì 2 giugno 2011

Perché l'onda arrivi in Molise

[1 giugno - 7 giugno]
Con le novità politiche cui abbiamo assistito in Italia, è davvero possibile che non ci sia alcun segnale di cambiamento in Molise? Se nelle analisi del voto alla provincia di CB andiamo oltre il lamento per l'ennesima disfatta, o il vanto di aver salvato il proprio particolare nella sconfitta della coalizione, che caratterizzano la maggior parte dei commenti, ci accorgiamo che ci sono importanti segnali di novità. 
Il ricambio testimoniato dalla personalità degli eletti e delle elette. 
Il centro-destra in minoranza nei centri principali (Campobasso, Termoli e Larino) - mentre si vince a Agnone e a Boiano passa un sindaco di centro-destra ma con un voto minoritario. 
Infine, la conquista irreversibile delle primarie: aver compreso - tutto il popolo di centro-sinistra – che l'errore principale è stato quello di non averle indette, anche alla luce dei risultati nazionali, rende impossibile un altro autogol di questa portata alle Regionali

NEL PAESE, UN VENTO NUOVO
Quest'ultima tornata di elezioni amministrative ha aperto davanti ai nostri occhi un paesaggio politico completamente diverso da quello a cui eravamo abituati fino a quindici giorni fa.
Un ciclo politico, un sistema per molti versi riconducibile a un regime, è al tramonto e trascinerà probabilmente con sé l'intero assetto istituzionale che conosciamo come “seconda repubblica”.
Il panorama futuro è incerto. Non è all'ordine del giorno solo un ricambio di ceto politico, si avverte l'urgenza di un rinnovamento ben più radicale per affermare un'altra cultura, altri valori, un'altra etica pubblica. Non ci siamo ancora lasciati alle spalle del tutto il muro di Berlino, non siamo ancora riusciti a trovare il nostro spazio nel mondo globalizzato con le sue sfide e le sue minacce. Il Paese è rimasto irretito, come ipnotizzato dalle promesse di Berlusconi. Perciò, quello che ci aspetta non è compito da poco. Il retaggio del passato recente è ancora gravoso, è dunque arduo azzardare previsioni.
Si terranno elezioni politiche prima della scadenza naturale? E' una delle prime domande che ci si è posti. Improbabile, se non impossibile, che si voti in autunno. L'unica, minima, certezza in materia di elezioni politiche è che in autunno si voterà per la più piccola tra le regioni italiane a statuto ordinario. Sarà il primo test a valenza politica. Ma può il Molise fare da test?

MOLISE REGIONE LABORATORIO? O IN PERENNE RITARDO?
Tra chi ritiene che l'ultima arrivata tra le regioni sia anche un laboratorio di sperimentazione di nuovi equilibri politici e chi la considera una sorta di monade a se stante in perenne ritardo sulla modernità, la verità sta probabilmente nel mezzo.
Per capire qualcosa di ciò che può succedere e soprattutto come agire per cogliere l'opportunità che si offre abbiamo sotto mano una dato di conoscenza prezioso giacché si è appena finito di votare per la provincia che da sola raccoglie i 3/4 dell'intera popolazione regionale. Vale la pena perciò di tentare un'analisi.

IL VOTO ALLE PROVINCIALI DI CAMPOBASSO. I COMMENTI
Essendosi nel frattempo accumulati commenti in gran numero sulla stampa e sui siti web possiamo cominciare da qui. Se proviamo a scorrerli, ci accorgiamo però che non ci aiutano molto.
Dal lato del centro-destra, ci si è limitati a cantare vittoria. Potrebbe sorprendere che non si siano suonate le fanfare, ma c'era molta fretta di mettersi al lavoro, ora che è stata completata la filiera del potere che discende dal Governatore della Regione, come doveva essere e infine è stato.
I toni si sono invece alzati nel centro-sinistra, come effetto di una troppo lunga sequenza di sconfitte, in qualche caso veri e propri tracolli, che ha preceduto quest'ultima prova. Tutti i principali comuni, l'altra provincia, la regione, sono via via passati al centro-destra, se già non lo erano in precedenza. Tutto ciò, quando solo dieci anni fa la situazione era esattamente capovolta.
In questo clima ci si doveva attendere un dibattito acceso. Si sono però suonati quasi solo due spartiti, con una certa ripetitività.
Il primo, funereo, è il lamento dell'ennesima disfatta. La causa? Le divisioni. Finché ci saranno, questo il leit motiv, potrà dormire sonni tranquilli Iorio, il governatore in carica. Con questi dirigenti non si vincerà mai. Riferimenti più precisi alle responsabilità, con nomi e cognomi, è però raro trovarli. Fanno eccezione solo i nomi, ricorrenti in quasi tutti i commenti, di Roberto Ruta e Pierpaolo Nagni. Il primo, sonoramente sconfitto alle ultime regionali nonché politiche, essendo rimasto nell'agone politico pur avendo annunciato un dignitoso ritiro, da allora fa da calamita principale per critiche e anatemi, facendo del suo meglio per attirarli. Il secondo, candidato presidente da IDV, imposto dal leader nazionale contro gli altri partiti della coalizione e contro la richiesta unanime (almeno formalmente) di primarie, è diventato un facile bersaglio avendo il suo partito fatto registrare un crollo dalle cifre clamorose.
Se l'analisi di errori e responsabilità resta generica (benché accorata), è ancora più arduo trovare in questi commenti, non dico qualche ipotesi di soluzione del problema (che non necessariamente spetta a chi commenta) ma neppure un segnale di speranza. Invece, troppa fatalistica rassegnazione.
L'altro spartito ha tutt'altro suono: è il tentativo di separare le proprie sorti da quelle dello schieramento che è stato sconfitto. Niente di male, il morale della truppa deve essere tenuto alto. Ma, anche qui, nessuno sforzo di indicare come fare in modo che la prossima, immancabile, vittoria personale, o della propria formazione politica, riesca a coniugarsi anche con una vittoria dello schieramento, così da permettere di governare, magari tra qualche mese e non necessariamente quando (2016? 2021?…) sarà finalmente maturo il popolo molisano, che ora qualcuno accusa di esser reazionario ... per aver in passato, agli albori del mondo moderno, massacrato i progressisti.

IL VENTO NUOVO SI E' FERMATO ALLE PORTE DEL MOLISE?
Ora, è possibile un'altra lettura? Soprattutto, è possibile una lettura che tenti di interpretare anche la situazione molisana, così come rivelata dall'esito elettorale, alla luce del sommovimento che ha scosso tutta la società italiana? E' davvero possibile che non ci sia alcun segnale di novità? Che il vento che ha spirato forte nel Paese abbia trovato barriere insormontabili tra Vasto e Montenero, o tra Cassino e Rocca Pipirozzi?
Al contrario, sembra possibile invece, con mente più fredda e più lucida, cogliere qualche traccia su cui si dovrebbe meglio riflettere.

QUALCHE NOVITA': FACCE NUOVE...
La prima riguarda la personalità degli eletti. Ce n'è uno, quello proporzionalmente meno votato (Nagni) che secondo tutte le previsioni e tutte le analisi (anche di chi ora si adira per gli errori) era destinato immancabilmente ad essere il candidato unico. Perché la coalizione era ormai autoreferenziale e avrebbero tutti fatto finta di subire un atto autoritario per garantirsi piccole spartizioni di poltrone senza disturbare la squadra destinata a stravincere. Contro queste previsioni intrise di pessimismo rassegnato, non solo non è stato il candidato unico ma si è anzi fermato al 7%. Viceversa, gli altri sei hanno, tutti, conseguito percentuali superiori: di coalizione, Micaela Fanelli (31%), di collegio (gli altri 5). Tutti alla prima esperienza amministrativa fuori dai loro comuni di provenienza, tutti con significative esperienze nei loro comuni, tutti al massimo cinquantenni (due under 40 tra cui la candidata presidente). Tra loro, due elette di sesso femminile: il doppio rispetto all'unica e sola eletta nella maggioranza. Dunque, in definitiva, posto che la richiesta più pressante che veniva dal corpo elettorale di centro-sinistra era quella di un ricambio effettivo, anziché di un puro e semplice giro di poltrone, si può ben dire che questa prima domanda abbia avuto una risposta positiva su cui si può continuare a lavorare.

...I CENTRI PRINCIPALI SI AVVICINANO AL CENTRO-SINISTRA...
Un secondo elemento è dato dal fatto che nei centri principali, dove esiste un voto di opinione, libero dai lacci del voto di scambio, si è manifestato uno scricchiolio del sistema di potere di centro-destra, finito in minoranza (mentre alle comunali il centro-sinistra conquistava Agnone e il centro-destra, nella sua storica roccaforte di Boiano, confermava il sindaco ma con un voto di minoranza). Uno scricchiolio che – sembrerà singolare – ha destato forti preoccupazioni nel centro-destra mentre sembra non aver granché intaccato lo scontento (funereo) di centro-sinistra.

...E' APPARSO CHIARO L'ERRORE COMMESSO: NON AVER FATTO LE PRIMARIE
Motivi di esultanza? No, di certo, perché le divisioni ci sono state e hanno pesato e perché la disaffezione non è stata vinta come doveva, come è invece è accaduto nel Paese! Ma qui interviene il terzo elemento: le divisioni avrebbero certamente pesato assai meno se si fossero tenute, come nel resto del Paese, elezioni primarie secondo le regole nazionali e in tempo utile.
Non si può assolutamente dare per certo che sarebbero state risolutive. Perché è probabile che IDV avrebbe tenuto il punto fino in fondo ed anche perché non è detto che tutti i candidati alle primarie avrebbero poi onorato il codice etico secondo il quale si sarebbero dovuti impegnare a sostenere in ogni caso il candidato uscito vincente. Ma non ce n'è uno che non ammetta che il risultato sarebbe stato migliore, non solo per la candidata risultata più votata ma per l'insieme della coalizione.
Occorrerebbe dunque, a proposito di responsabilità, ripercorrere la storia del tavolo “istituzionale” tra i partiti e esaminare come mai, pur avendo tutti, tranne IDV, affermato solennemente che era indispensabile tenerle, siano invece sfumate con una specie di gioco di prestigio.
Su questo punto il commento potrebbe lasciare il posto per un attimo all'esperienza personale, dato che ho avuto la ventura di lanciare per primo, con un gruppo di amici coraggiosi, un appello in favore delle primarie, rivolto a quel tavolo di partiti, quando ancora si era in tempo. Mi sono anche trovato a redigere personalmente una bozza di regolamento e di codice etico (niente di particolarmente originale, avendo largamente attinto a quanto elaborato per il Comune di Bologna). Ho quindi seguito passo passo le reazioni e i commenti sia di chi sedeva al tavolo sia di chi con quello interloquiva. Mi sono dunque fatto un'idea abbastanza precisa delle responsabilità personali. Tuttavia, spero di non deludere nessuno, in questo momento non credo sia di particolare utilità rivangarle. Perché mi resta la speranza che chi ha sbagliato abbia ora imparato ma anche perché avendo davanti agli occhi il precedente penso di poter anch'io imparare la lezione, in vista delle prossime regionali, così da evitare che ai proclami non seguano poi i fatti.
E' dunque questo il terzo motivo di riflessione in positivo. Partendo dall'esperienza dell'elezione per la provincia si è ormai consolidata una convinzione diffusa circa l'esigenza delle primarie, che si è ulteriormente rafforzata con il risultato registrato a livello nazionale. Nessuno dei dirigenti in carica potrà perciò sottrarsi a questo imperativo e dovrà mettere da parte ogni tentazione, se mai dovesse coltivarla, di risolvere “in camera caritatis” la questione delle candidature per il prossimo autunno. Si condannerebbe da solo a una sorta di gogna politica.

L'ONDA E' POSSIBILE ANCHE IN MOLISE
Si spalanchino dunque porte e finestre e si cominci a lavorare subito per dare spazio e voce alle forze più vive della società, di quel mondo di centro-sinistra che si è molto ripiegato su se stesso in questi ultimi anni ma può ora esplodere con un'onda d'urto che può sorprendere e sconvolgere. Su questa sfida si misurerà capacità e affidabilità di ciascun componente il gruppo dirigente attuale.
D'altra parte interviene a questo riguardo una considerazione che dovrebbe far riflettere. Se si lascia trasparire che si è convinti che sia destinato di nuovo a prevalere il peggior esempio di governo regionale, miniatura del modello che è giunto al capolinea su scala nazionale, guidato dal governatore che vanta di gran lunga il più basso indice di gradimento tra i cittadini della sua regione, vuol dire che si ha l'idea di far parte del gruppo dirigente regionale di gran lunga peggiore nell'ambito del centro-sinistra. Se non di una cura di rieducazione politica, quanto meno si avrebbe bisogno di una cura psicoterapica per il recupero dell'autostima.
Per quel che può valere, mi sono fatto la convinzione che il Governatore in carica del Molise non possa invece dormire sonni tranquilli. Siano dunque i suoi antagonisti politici i primi a svegliarsi dal torpore. Si può fare, è solo l'inizio.